mercoledì 17 agosto 2016

Libro del mese Giugno "Crepuscolo" ed. NN


Con “Crepuscolo” Haruf Kent conferma il talento di chi raschia via gli orpelli dello stile e depone i fronzoli della retorica per scavare fino alla fondamentale struttura della vita, per mettere in scena il corso di esistenze semplici, aprire le porte delle casette di legno di Holt, città immaginaria, accogliere il lettore in sala da pranzo – oggi è festa, pollo con gnocchi di pane in una pentola blu – o in stanza da letto. Fuori, l’aperta campagna, grigia, bruna e secca. Le macchine passano senza far rumore, solenni e mute come una nave che solca un mare spettrale. Il crepuscolo precoce di una breve giornata invernale. E il cielo impallidisce. Le ombre proiettate dal lampione sono lunghi omini disegnati a matita dietro gli alberi. Si rincasa. Dopo aver chiuso mucche e giumente nei loro recinti, i fratelli McPheron entrano in salone, vecchie poltrone e una carta da parati ormai lisa. Salgono le scale e si buttano a letto. Ciascuno nella propria stanza sui due lati del corridoio, confortati oppure no, demoralizzati oppure no, da ricordi e pensieri familiari logorati dal tempo.


“Crepuscolo” celebra il piacere della scrittura e delle storie, e l’autore rifugge da ogni tono melodrammatico, pur giocando sul filo delle emozioni, sempre gestite con l’eleganza, quasi sfuggente e invisibile, come la raffinatezza dello stile. Figure come i fratelli McPheron, due bisbetici e dolcissimi fratelli che anni prima accolsero una ragazza incinta, Victoria Roubideaux, e mostrarono poi una tenerezza inattesa nell’accudire madre e figlia, Katie, fino al distacco inevitabile: sanno che Victoria è giovane e merita una vera vita, non può rimanere – e loro stessi non lo vorrebbero – segregata nella malandata, ma accogliente fattoria che l’ha protetta, quando più il bisogno era impellente. “Crepuscolo” parla di questo distacco, quindi, e anche di un altro, più pesante, ma è un allontanamento dal nido giusto e buono.
L’autore riesce sempre a essere così vicino al pulsare del nostro cuore e a predire quando esso batterà più o meno rapidamente, sincronizzandosi col ritmo della sua scrittura, come nella scena di Victoria e Raymond all’ospedale: “…e trovarono Victoria ancora seduta sulla poltroncina accanto al letto di Raymond. Non si era mossa da quando se n’erano andati, due ore prima. Era come se non prendesse neppure in considerazione la possibilità di muoversi, come se pensasse che restando accanto al suo letto, evitando di muoversi, potesse impedire che succedesse qualcos’altro, a lui o a qualsiasi persona al mondo a cui voleva bene“. Questa è grande narrativa, grande scrittura, per questo ve lo consigliamo!

Kent Haruf: Crepuscolo Ed. NN € 18.00