Marco
Malvaldi lascia per un po’
gli scombinati amici del bar Lume per un nuovo romanzo "Buchi nella sabbia" ,
a sfondo storico, ambientato a Pisa nel 1901. Il re Umberto per mano
dell’anarchico Bresci è stato ucciso in un attentato, e alla
rappresentazione della nuova opera lirica di Giacomo Puccini che si
darà al Teatro Nuovo, la Tosca, interverrà il nuovo sovrano. Le
misure di sicurezza dovranno essere imponenti, perché la Toscana è
terra di anarchici: lo sono i cavatori di marmo di Carrara, che sono
chiamati in teatro come maestranze, lo sono alcuni rappresentanti
della compagnia, forse anche la prima donna, Giustina Tedesco, che
malgrado sia sposata all’impresario Cantalamessa, intrattiene una
liaison con il tenore, Ruggero Balestrieri, che non fa mistero di
essere un anarchico militante. Incaricati della sicurezza e della
incolumità del sovrano il capitano Dalmasso e il giovane ma molto
motivato tenente Pellerey, impettito e zelante, per caso appassionato
dell’opera lirica.
Ma il personaggio più riuscito del libro è il giornalista della Stampa, inviato dal direttore Frassati, Ernesto Ragazzoni, giornalista-poeta realmente esistito ( il titolo del libro riprende un passo di un suo componimento), raffinato intellettuale spesso sbronzo, vestito con una cravatta di carta e le pantofole ai piedi, fisicamente certo non un Marlowe (ma sotto il profilo alcolico non ha nulla da invidiare al collega americano). capace di ironia e sarcasmo nell’ingessato sistema poliziesco che dovrebbe badare alla sicurezza in teatro: invece, proprio al momento della fucilazione del pittore Mario Cavaradossi, l’acme della rappresentazione pucciniana, il tenore cade realmente colpito a morte. Caos in teatro, mentre si dà il via ad una indagine poliziesca tragicomica: durante gli interrogatori dei presenti, che Pellerey esegue con puntigliosa precisione piemontese, la vicenda si ingarbuglia e tutto sembra divenire il contrario di tutto. Tutte le ipotesi cadono di fronte ad uno scenario che si era già segretamente intessuto tra i vari personaggi, tutti testimoni bugiardi.
Ma il personaggio più riuscito del libro è il giornalista della Stampa, inviato dal direttore Frassati, Ernesto Ragazzoni, giornalista-poeta realmente esistito ( il titolo del libro riprende un passo di un suo componimento), raffinato intellettuale spesso sbronzo, vestito con una cravatta di carta e le pantofole ai piedi, fisicamente certo non un Marlowe (ma sotto il profilo alcolico non ha nulla da invidiare al collega americano). capace di ironia e sarcasmo nell’ingessato sistema poliziesco che dovrebbe badare alla sicurezza in teatro: invece, proprio al momento della fucilazione del pittore Mario Cavaradossi, l’acme della rappresentazione pucciniana, il tenore cade realmente colpito a morte. Caos in teatro, mentre si dà il via ad una indagine poliziesca tragicomica: durante gli interrogatori dei presenti, che Pellerey esegue con puntigliosa precisione piemontese, la vicenda si ingarbuglia e tutto sembra divenire il contrario di tutto. Tutte le ipotesi cadono di fronte ad uno scenario che si era già segretamente intessuto tra i vari personaggi, tutti testimoni bugiardi.
Malvaldi
è veramente bravo nel ricostruire dialoghi, battute, vizi,
abitudini, pregiudizi di un periodo storico italiano abbastanza
sconosciuto ai più, che qui viene ricostruito con la consueta
leggerezza che contraddistingue la sua scrittura.
Nel corso della narrazione avvengono cose divertenti, il furto del cadavere della vittima, la proposta di arrestare Giacomo Puccini in quanto anarchico, un duello alla pistola insolitamente a tre, finito in burletta, insomma Malvaldi si ripropone come un narratore raffinato, dal lessico ricercato ma con molte scivolate dialettali, pieno di fantasia, pur nel progetto di lavorare su una brano di storia politica e di farne una sua ironica rilettura, molto originale, nella quale le forze armate, gli omosessuali nascosti, le rivalità artistiche, la lotta politica in una nazione da poco riunificata, il gusto per la musica e per la poesia si mescolano dando origine ad un “giallo”, che esce dai consueti canoni e che ne decreta l’immediato meritato successo.
Nel corso della narrazione avvengono cose divertenti, il furto del cadavere della vittima, la proposta di arrestare Giacomo Puccini in quanto anarchico, un duello alla pistola insolitamente a tre, finito in burletta, insomma Malvaldi si ripropone come un narratore raffinato, dal lessico ricercato ma con molte scivolate dialettali, pieno di fantasia, pur nel progetto di lavorare su una brano di storia politica e di farne una sua ironica rilettura, molto originale, nella quale le forze armate, gli omosessuali nascosti, le rivalità artistiche, la lotta politica in una nazione da poco riunificata, il gusto per la musica e per la poesia si mescolano dando origine ad un “giallo”, che esce dai consueti canoni e che ne decreta l’immediato meritato successo.
Marco
Malvaldi: Buchi nella sabbia ed.Sellerio
Nessun commento:
Posta un commento