
L'inizio è piuttosto tranquillo, scorrevole ma senza grandi svolte. Solo proseguendo nella lettura si comprende come l’autore stia in realtà disseminando indizi con maestria e gradualità, centellinando con sapienza i colpi di scena. Dalla metà in poi il ritmo si fa serrato, è quasi impossibile interrompere la lettura senza rimanere mentalmente soggiogati alla storia e ai suoi possibili sviluppi. La storia è fatta di tanti piccoli dettagli e sfumature curate, i personaggi sono psicologicamente reali, comuni ma non banali, definiti e tridimensionali. Bruno Jordan è un protagonista carismatico, in superficie un po' arrogante, in realtà profondamente umano. La sua inchiesta lo esporrà a molti pericoli, ma lui deciderà di non arrendersi, considerando la ricerca della verità come un debito verso quella ragazzina a cui era affezionato e di cui tutti sembrano essersi dimenticati. Si accorgerà ben presto che dissotterrare una vicenda ormai sepolta sarà come aprire un vaso di Pandora.
L'attenzione del lettore si sposterà, di volta in volta, da un possibile colpevole all'altro e l’autore è bravissimo a deviare i sospetti e a creare "falsi bersagli". L'ambientazione si rivelerà una dimensione perfetta per questo tipo di storia e la provincia lombarda prenderà vita sotto i nostri occhi. Così come lucidi e reali sono i ricordi di un'infanzia vissuta negli anni ottanta, quando ogni bambino desiderava una Saltafoss, l'estate si trascorreva all'aperto e la musica proveniente dai walkman accompagnava i pomeriggi afosi. Appare chiaro come l'autore si muova tra luoghi e tempi che conosce a menadito. L'epilogo mi ha letteralmente sconvolto, non mi sarei mai aspettato un finale di questo tipo e speriamo che l’autore non ci faccia attendere troppo per un suo nuovo libro. A questo punto vi sarà chiaro: se amate il genere o desiderate cimentarvi in una lettura avvincente, non lasciatevi sfuggire Il passato è una bestia feroce.
Massimo Polidoro: Il passato è una bestia feroce ed. Piemme € 17.90
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