L’ultimo
arrivato,
vincitore del Premio Campiello, è un romanzo molto ben scritto che riesce a
raccontare una storia difficile con una stupefacente leggerezza.
L’autore è Marco
Balzano,
professore in un liceo milanese, che ha già mostrato la sua indubbia
capacità di narratore aggiudicandosi, nel 2013, il prestigioso
Premio Flaiano con Pronti
a tutte le partenze (Sellerio).
Ne L’ultimo
arrivato racconta
la storia di Ninetto Giacalone, un ragazzino siciliano di un paesino
chiamato San Cono che, a soli dieci anni, lascia la Sicilia insieme a
un compaesano alla volta di Milano, per cercare un futuro. La vita di
Ninetto è durissima: fa il galoppino per una lavanderia del centro,
poi il muratore in periferia e aspetta i quindici anni per farsi
assumere come operaio in fabbrica.
Il
talento di Balzano è quello di saper descrivere queste situazioni
con una scrittura lieve, ironica ma così vera da far subito pensare
a un memoir. Solo leggendo a fine libro le note dell’autore ci si
convince della finzione letteraria. La materia per la trama del
romanzo è stata mutuata dalle molte interviste che Balzano ha fatto
ai meridionali sessantenni e settantenni, trapiantati a Milano nella
metà del secolo scorso.
L’ultimo
arrivato diventa
così anche un importante documento sociologico perché fa riflettere
sul problema dell’immigrazione e su come sia cambiata la nostra
realtà negli ultimi sessant’anni. Partendo dall’educazione dei
bambini.
"Come per il cielo è normale piovere, per una vacca muggire, per un albero far cadere le foglie, per un genitore di San Cono era naturale sganciare mazzate… “Ti sei sporcato i pantaloni?” calci a ripetizione. “Ti sei fatto male?” zoccoli volanti. Gli zoccoli in realtà erano una specialità femminile, proprietà delle madri e di qualche sorella maggiore. Mamma mia ad esempio era una professionista dello zoccolo. Aveva la mira di un soldato."
Il
piccolo emigrante pieno di rabbia e di sogni cresce, si innamora, si
sposa. Però affronta la vita sempre dalla parte degli ultimi, sempre
con un senso di disagio e inadeguatezza, che lo porta a commettere
errori e ripensare ai difficili anni della gioventù con rimpianto.
"La
vera vita per me è stata quella miseria di picciriddu, l’emigrazione
a Milano e la sopravvivenza in quegli anni difficili. Quando è
arrivata la fabbrica, invece, mi sarò pure sistemato, ma sono
entrato in un tunnel buio."
Il
ritmo di scrittura di Balzano si adatta perfettamente alle varie fasi
della vita del suo protagonista: lo stile è giocoso e colloquiale
nel periodo giovanile e diventa più introspettivo e serio negli anni
della maturità. Sempre e comunque realistico e coinvolgente.
L’ultimo
arrivato è
un romanzo di grande umanità che intrattiene e riesce ad arricchire
il lettore.
Marco
Balzano: L’ultimo arrivato ed. Sellerio € 15.00
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