venerdì 23 gennaio 2015

Libro dell'anno 2014

"Non dirmi che hai paura" di Giuseppe Catozzella ed. Feltrinelli è il libro che abbiamo scelto come libro dell`anno 2014.

Questa la motivazione
"Giuseppe Catozzella ha strappato Samia alla sua sventura e al suo silenzio; ne ha fatto l'icona di chi lotta per un sogno.  
Questo  libro ha la forza della verità dei fatti e la forza della bellezza dei sogni che danno sapore alla nostra vita."

Il libro dell`anno lo scegliamo tra i libri che ogni mese consigliamo e vi proponiamo.
Il libro "Non dirmi che hai paura" è stato nostro libro del mese di aprile e ha vinto il premio Strega Giovani ed è stato finalista al Premio Strega

Questo l`elenco dei libri del mese 2014:

Gennaio Silvia Avallone: "Marina bellezza" Ed. Rizzoli
Febbraio Balson Ronald: "Volevo solo averti accanto" ed. Garzanti
Marzo Cristina De Stefano: "Oriana una donna" ed. Rizzoli
Aprile Giuseppe Catozzella: "Non dirmi che hai paura " ed. Feltrinelli
Maggio Romain Puertolas: "L`incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea" ed. Einaudi
Giugno/luglio Donna Tartt: "Il cardellino" ed. Rizzoli
Agosto Sandrone Dazieri: " Uccidi il padre" ed. Mondadori
Settembre Valentina Camerini: "Il secondo momento migliore" Ed. Feltrinelli
Ottobre Lisa Gardner: "Toccata e fuga" ed. Marcos y Marcos
Novembre Nicholas Butler: " Shorgun lovesongs" ed. Marsilio
Dicembre David Glattauer: "Il regalo che non ti aspetti" ed. Feltrinelli

Vi riproponiamo la nostra recensione:

Non dirmi che hai paura è una storia che nessuna fantasia avrebbe potuto creare. È la storia di Samia Yusuf Omar, storia che i giornali di tutto il mondo narrarono ma che poi scomparve nel solito silenzio che segue qualsiasi vicenda consumata tra click e commenti di un'ora. Samia è una ragazza somala nata per correre. Vive a Bondere, quartiere di Mogadiscio, un dedalo di stradine di sabbia e polvere schiacciate fra abitazioni in muratura. Samia appare nel romanzo quando il talento della corsa la sta rivelando a se stessa e le sue gambe secche e forti le chiedono consapevolezza, leggerezza, ritmo. La famiglia non ha paura di capire quel talento, e la sostiene. Tanto basta perché in Samia metta radici l'ambizione di redimere la fatica, la povertà, l'ostilità, il volto severo del suo paese, il silenzio in cui sono nascoste le donne, la minaccia che quelle stesse gambe secche possano fermarsi. Per niente al mondo si fermerà; la piccola Samia va a cercare quella trasparenza, quella malinconica tolleranza che solo l'adolescenza visitata dalla speranza e dalla tentazione del futuro sa trovare con naturalezza, con gentilezza. E’ protetta da una famiglia che riesce a costruire uno spazio di affetto miracoloso intorno a lei mentre la Somalia cede all'integralismo, si insanguina di repressione, e viene lacerata dal terrori-smo; Samia non è cieca né ottusamente ottimista: perde il suo più caro amico, vede morire il padre, e lascia partire la sorella per l'Europa ma tutto ciò non sembra spezzare la possibilità di raggiungere una forma di felicità. Che cosa può fare una piccola atleta contro tutto questo? Eccola concentrata su se stessa, sul corpo. Fuori c'è il silenzio, il sole a picco, la morsa del caldo. Dentro il giovane corpo dell'atleta macina il futuro; un futuro che si alimenta di una preghiera laica che si celebra alzando gli occhi sulla foto che tiene sopra il letto. Mo Farah somalo, campione olimpionico e tre volte campione del mondo di mezzo fondo. È lui il dio benigno che l’accompagna . E riesce da sola senza sponsor, senza allenatori professionisti, senza medici e massaggiatori a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Il suo miracolo ha inizio. A Pechino si fa appena notare; sa che il vero traguardo è Londra, perché è là che avrà gli occhi sereni e appagati. Per averli si allena di notte, si affoga nel burqa, testimone della sua cor-sa solo il cielo stellato, e quando nascondersi non basta più, quando il suo paese non le offre il vessillo di una identità,  è allora che entra nella favola epica del suo destino; sa che per vivere deve correre, per correre deve allenarsi, per allenarsi deve essere libera, per riuscire a vivere deve provare ad allenarsi in Europa deve raggiungere l'Europa altrimenti tutto finisce. Sono pagine fra le più potenti quelle in cui si narra il "Viaggio", lo spaventoso viaggio che la porta su per le vie dei deserti da Addis Abeba verso il Sudan e la Libia, per arrivare infine al mare. Cosa sia quel mare, lo sappiamo sin troppo bene - è il mare dei migranti, il mare fatale, ma quando Samia sale sul gommone è ancora il mare del sogno.








Nessun commento:

Posta un commento