venerdì 6 marzo 2015

Libro del mese febbraio 2015 "La verità e altre bugie"

Il protagonista si chiama Henry Hayden, il suo nome è sulla bocca di tutti i lettori, ogni libreria che si rispetti si batte per un incontro con lui. E' sicuro, piace, sa. E chissà se ha mai sentito raccontare la storia di Margaret e Walter Keane, i coniugi a cui dobbiamo – come ci racconta Tim Burton in Big Eyes – i quadri così suggestivi di quei bambini con gli occhi grandi, cupi, lacrimosi. Lei dipingeva, lui ci metteva il nome. Lei aveva il talento, lui la stoffa del venditore e l'animo nero da canaglia. La stessa complicità, lo stesso segreto, lega Henry alla quieta moglie Martha: lui non ha mai scritto una parola in vita sua, anche se, bugiardo patologico, ha inventato tante tante storie; il successo, i romanzi, i premi letterari sono cose che deve a quella donna che scrive a macchina, di notte, come nessuno fa più. Lui rilegge e ci mette la firma. Ironico, no?, che sia stata proprio la moglie a procurargli un lavoro che l'ha reso noto e ad avvicinarlo inconsapevolmente alla donna che, presto, lo renderà padre. Un'amante. Si chiama Betty, ha una costellazione di lentiggini tra i seni, lavora come editor presso la casa editrice indipendente che cura i romanzi di lui. Henry Hayden ama due donne, ma ama di più se stesso. Dunque, c'è qualche persona di troppo nell'equazione... Mentre lui pensa al delitto perfetto e, nella sua testa, disegna ogni scenario possibile per le sue rivelazioni, Arango segue le vicende di un generoso pescatore bosniaco, fedele anche a costo di portarsi nella tomba il suo essere l'unico testimone di un invendicato fatto di sangue; e quelle di una segretaria insoddisfatta con la passione per i tarocchi e la fiducia nel potere segreto dei fiori e infine di colui che, sbucato dal passato, sta alle costole del nostro bugiardo preferito come un segugio. Come Javert con Jean Valjean, nei Miserabili. Meschino, egoista, cinematografico e dotato di un'ironia pesante e gelida come l'acciaio,La verità e altre bugie è troppo crudo per essere una commedia nera e troppo spassoso per essere un giallo. Si classifica come una particolare via di mezzo, a tratti irresistibile, in cui tutti inseguono forsennatamente quello che non hanno. Arango mette in scena il suo pri-mo romanzo nel patinato mondo dell'editoria con una narrazione che va dritta al punto, avvincente, scaltra, assoluta-mente affascinante, un romanzo da leggere da cima a fondo senza la tentazione di abbandonarlo a sé stesso o di scandire i periodi a suon di sbadigli. Piace sin dall'inizio, e non è un mistero. Il periodare secco, le frasi concise e pregnanti, il narratore esterno che, come un Dio, guarda nel profondo dei cuori dei suoi personaggi, senza proferire parola. Senza intromettersi, senza giudicare. Li ha creati a sua immagine e somiglianza, a nostra immagine e somiglianza, e neppure noi – a causa di un'istantanea, dannata, malata empatia - riusciamo a trovarli sgradevoli come sarebbe logico che fosse. Alcuni non hanno il talento che millantano di possedere, altri tradiscono anche con gli occhi a ogni passo di strada; alcuni augurano il peggio ai loro conoscenti, altri sono ridotte a bestie violente a causa dei traumi e della vendetta. Vivono d'odio, muoiono d'amore, ma si divertono - e ci divertono - ad essere malvagi nel mezzo; tra una cosa e l'altra.

Sascha Arango:La verità e altre bugie. Ed. Marsilio € 17.00

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